Le stromatoliti sono strutture sedimentarie che si formano nelle acque poco profonde, strato per strato nell’arco di lunghi tempi geologici. Un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology e del Jet Propulsion Laboratory ha trovato una prova scientifica che la maggior parte delle stromatoliti del nostro pianeta si è costituita con l’aiuto di microrganismi altrettanto antichi. E’ noto che le stromatoliti più giovani hanno un’origine biologica, dal momento che si formano con l’aiuto di strati di microrganismi che costituiscono sottili film sul fondo oceanico. La superficie dei microbi è infatti ricoperta da una sostanza mucillaginosa che riesce a catturare piccole particelle di sedimenti. Oltre a ciò, i microorganismi possono produrre filamenti che tendono ancora di più a tenere vincolati i detriti. Le stromatoliti si formano per intrappolamento periodico nella mucillagine prodotta da alghe azzurre e/o batteri, di sedimento particellare molto fine, costituito in prevalenza da fango carbonatico.
Dopo che il primo tappeto algale ha fissato le particelle del sedimento sulla sua superficie gelatinosa, fino ad essere completamente coperto, i filamenti algali si sviluppano al di sopra e formano così un altro tappeto. Così facendo si forma una successione di livelli alternati di sostanza organica con altri ricchi di sedimento. A causa dei processi diagenetici, raramente si conservano i resti delle microalghe e la laminazione è l’unica testimonianza della loro attività. La morfologia delle stromatoliti è molto variabile, da lamine piano-parallele ad ondulate, fino a mammellonari e colonnari, a seconda del tipo di alghe o batteri che le costituiscono e delle condizioni ambientali. In ambiente con elevata energia delle acque, i tappeti algali possono formare involucri concentrici intorno ad oggetti (“nuclei”) sottoposti a rotolamento continuo per opera di onde e correnti, dando origine ad oggetti isolati chiamati oncoliti, che costituiscono un caso particolare di stromatolite.
La comparsa delle stromatoliti e’ correlata con la comparsa di ossigeno libero nell’atmosfera terrestre, prodotto dalle alghe e la diffusione e crescita dell’ossigeno fino ai livelli attuali nell’atmosfera, è avvenuta nel corso di quasi tre miliardi di anni, durante i quali le stromatoliti si sono diffuse sul globo, costituendo quasi l’unica presenza fossile oggi rinvenibile come traccia di vita per quel periodo. Nell’Archeano le stromatoliti sono piuttosto rare e strutturalmente semplici; diventano abbondanti e diversificate nel Proterozoico. Le stromatoliti diminuirono in modo definitivo circa 680 milioni di anni fa; si verificò una modesta ripresa solo nel passaggio Cambriano-Ordoviciano. Tale declino è attribuibile alla comparsa dei primi metazoi brucatori e degli organismi fossatori che bioturbavano i fondali marini distruggendo la tessitura delle lamine.
Attualmente si formano ai climi tropicali ed in particolare è bene ricordare le celebri stromatoliti colonnari della Shark Bay, una località dell’Australia Occidentale. Sono stati individuati in Florida, nel Golfo Persico e alle Bahamas. Ed è anche grazie alla loro comprensione che oggi possiamo conoscere a fondo la biologia dei primi organismi che popolarono la Terra.
Le stromatoliti fossili sono presenti molto spesso all’interno di pietre da costruzione e pavimentazione, conferendo alle stesse dei motivi ornamentali di gran pregio. E sono proprio queste minuscolegallerie nei sedimenti che sono giunte fino a noi, le stromatoliti, appunto, prova che la fotosintesi iniziò prima di quanto si sospettasse.